Gli esperti si sono recentemente ritrovati a Rimini in occasione del Richmond E-commerce forum, un’occasione per portare nuove idee, soluzioni e innovazione nel settore oltre che per svelare quelli che saranno i trend del prossimo anno.
Secondo Statista i ricavi globali del 2023 sfioreranno i 4mila miliardi di dollari per una crescita continua che nel 2027 dovrebbe superare i 5,5 mila miliardi. Diventano importanti anche le cifre che riguardano l’Italia dove nei prossimi 4 anni la percentuale della popolazione che compra online salirà dal 68% a oltre il 72% in un settore che vede l’intelligenza artificiale sempre più protagonista.
Non intende rallentare la crescita del mercato dell’e-commerce tanto in Italia quanto a livello globale. Secondo le stime di Statista il 2023 dell’e-commerce si chiuderà con ricavi per quasi 4 mila miliardi di dollari (3,65) con un aumento del +10% rispetto alle cifre del 2022 e del 2021 (entrambi gli anni chiusi con 3,32 miliardi di dollari) quando le limitazioni agli spostamenti imposte durante la pandemia contribuirono a far aumentare ancora di più le vendite online. Una crescita che non si fermerà nemmeno nei prossimi anni fino ad arrivare a superare i 5mila miliardi e mezzo di dollari nel 2027 con un tasso composto di crescita annuale del 11,17%.
A fare da traino al settore con ricavi da oltre mille miliardi nel 2023 è la Cina.
Va forte anche l’Italia con un tasso composto di crescita annuale tra il 2023 e il 2027 del 11,59% addirittura superiore alla crescita globale. Il Bel Paese è destinato a chiudere il 2023 con ricavi per quasi 48 miliardi di dollari per arrivare a sfiorare i 74 nel 2027. Anche se si parla di “user penetration”, vale a dire la percentuale della popolazione che effettua acquisti online, l’Italia viaggia a buoni ritmi e dovrebbe passare dal 68,2% del 2023 al 72,4% del 2027 una cifra superiore sia alla media europea (69,5%) sia a quella globale (66,6%). Una crescita importante anche se ancora non arriva ai livelli di quella spagnola che passa dal 71,2% ad addirittura l’84,8% restando dietro in percentuale anche a Francia (da 78,8% a 80,7%), Germania (da 81,5% a 83,9%) e Regno Unito (da 83,1% a 86,3%).
L’occasione per analizzare il settore è stata offerta dal Richmond E-commerce forum che si è recentemente tenuto a Rimini organizzato da Richmond Italia (richmonditalia.it), azienda specializzata nell’organizzazione di eventi e forum B2B. Un evento rivolto ai professionisti del commercio elettronico in Italia per far incontrare domanda e offerta, portare nuove idee, soluzioni e innovazione in un settore che vede diventare le richieste dei consumatori sempre più esigenti. “Abbiamo creato questo forum perché crediamo molto alla crescita del mercato e-commerce in Italia – spiega Claudio Honegger, amministratore unico di Richmond Italia – Da una parte abbiamo manager in rappresentanza di aziende assetate di soluzioni, che sanno di trovare idee, tecnologie e fornitori in grado di accompagnarli nel processo. Dall’altra abbiamo fornitori preparati, motivati ed estremamente focalizzati sul risultato”.
Crescono di conseguenza anche le categorie di prodotti venduti, ma non sono previsti stravolgimenti nei prossimi anni.
Primeggiano elettronica, fashion e il settore giochi-hobby-fai da te. Non va poi sottovalutato come, nel mercato dell’e-commerce, stia diventando sempre più protagonista l’intelligenza artificiale generativa che, secondo uno studio recentemente riportato da Yahoo Finance, dovrebbe arrivare a un valore di mercato superiore al 18 miliardi di dollari nel 2032 con un tasso composto di crescita annuale del 15,8% rispetto 4,2 miliardi del 2022. In particolare l’IA generativa è sfruttata, tra le altre cose, per creare schede dei prodotti, fornire risposte tempestive alle domande dei clienti, nuovi design e versioni 3D del prodotto, inoltre grazie all’analisi predittiva, può, analizzando gli ordini precedenti, prevedere la domanda futura e suggerire la gestione dell’inventario.
“Il settore ha raggiunto numeri importanti ma occorre registrare un andamento non lineare – ha spiegato Carla Parisi, direttore commerciale di Richmond Italia – Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito a una crescita significativa della domanda, che ha aperto nuovi spazi a livello internazionale e in alcune nicchie strategiche per il Made in Italy come fashion, luxury, food e design. Allo stesso tempo si fanno sentire gli effetti negativi dell’inflazione e la marcata fluttuazione dei consumi. Questo avviene in un momento delicato, in cui merchant e brand sono chiamati a effettuare investimenti aggiuntivi per potenziare i canali di vendita e sviluppare servizi personalizzati”.