di Gino Costa, Country Advisor Italia – Invest in Turchia
Nel 2024 gli 85 milioni di turchi, con un’età media di 34 anni, hanno prodotto 900 mila laureati, un terzo dei quali in discipline Stem. La Turchia ha esportato per 262 miliardi di $, 58% in più del 2014, la crescita industriale è stata sostenuta da una capacità installata di produzione elettrica che ha raggiunto i 107 Gw, 54% da fonti rinnovabili.
Con 104 Parchi tecnologici finanziati dal governo si è favorito l’incontro di università, aziende, centri di ricerca, start-ups; a questi si sono affiancati incubatori, centri tecnologici privati incentivati, private equity, venture capital creando un ecosistema che ha prodotto cinque unicorni (startup con finanziamenti per oltre 1 miliardo di $) e due decacorni (oltre 10 miliardi di $).
Al vertice delle industrie ad alto contenuto tecnologico troviamo il settore aerospaziale in grado di produrre e far volare elicotteri, aerei e satelliti, il cui fatturato è triplicato dal 2014, con un export in crescita del 40% all’anno.
Vari fattori possono spiegare il grande sviluppo registrato negli ultimi lustri: innanzitutto una stabilità politica, ventidue anni di governo del partito Akp guidato da Recep Tayip Erdoğan, che promuove coerenti politiche di sviluppo industriale e tecnologico.
Quindi, la cosiddetta strategia del soft power con la quale la Turchia ha enormemente ampliato il suo ruolo internazionale inserendosi, al di là del tradizionale allineamento occidentale, in molteplici gruppi di influenza, tra cui la recente partnership Brics, e proponendosi con successo come mediatore – vedi lo scambio di prigionieri Russia-Usa la mediazione sui confini tra Somalia ed Etiopia, l’accordo del grano tra Ucraina e Russia. La nuova presenza globale della Turchia è favorita dai numerosi viaggi del Presidente – secondo capo di stato per numero di viaggi in Africa, 7 bilaterali con Meloni in due anni -, dal numero di sedi diplomatiche – primo per sedi consolari al mondo, 64 Paesi sede del suo istituto culturale Yunus Emre -, dalla linea aerea premiata per qualità ed efficienza con oltre 330 destinazioni.
La combinazione di questi elementi ha attirato oltre 81.000 aziende straniere – 1.500 italiane – che producono in Turchia e da lì esportano. Il nuovo piano strategico triennale punta ad incrementare gli investimenti esteri su 4 assi principali: trasformazione verde, trasformazione digitale, progetti ad alto contenuto tecnologico, progetti di friend-shoring.
Il sistema industriale italiano, da sempre vicino alla Turchia, si avvantaggia oggi degli ottimi rapporti a livello governativo e della complementarietà dei settori, particolarmente nei campi dell’automotive – dove i nostri componentisti possono trovare gli sbocchi che l’Italia non offre più -, dell’aerospazio dove le nostre competenze incontrano l’interesse dell’industria turco in fortissimo sviluppo, delle energie rinnovabili incluso il waste-to-energy, del biomedicale e farmaceutico, sia per attività produttive che per quelle altamente incentivate della ricerca.
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