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“Turismo delle Radici” per far conoscere l’Italia agli italiani nel mondo. Ne abbiamo parlato, al Maeci, con il Consigliere De Vita, Responsabile del Progetto

di Adriana Caccia

Il Progetto di Maeci “Il Turismo delle Radici” prevede investimenti per iniziative nel settore turistico rivolte agli 80 milioni di italiani, italo-discendenti e oriundi italiani nel mondo.

Tre le fasi progettuali, due delle quali già concluse, ovvero l’accoglienza degli italiani all’estero e italo discendenti e il coinvolgiento degli Enti territoriali italiani mentre la terza fase, in via di attuazione, riguarderà le radici italiane nel mondo.

Molte le iniziative che affiancano il Progetto per agevolare gli italo discendenti a visitare il nostro Paese, per esempio la piattaforma Italea Card, una card virtuale che consentirà ai turisti delle radici di usufruire di agevolazioni e vantaggi nel corso del loro viaggio in settori come trasporti, soggiorno, spedizioni, acquisto di prodotti locali, accesso a musei ecc.

Ma ci dice molto di più, il Consigliere Giovanni Maria De Vita, Responsabile del Progetto Pnrr di promozione del Turismo delle radici presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nell’intervista che ha rilasciato al nostro giornale.

Consigliere De Vita, ci vuole spiegare meglio in che cosa consiste il Progetto Pnrr di promozione del Turismo delle radici?

Dal 2022 il Maeci è Amministrazione attuatrice del progetto “Il Turismo delle Radici – Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post Covid-19”, inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella Missione 1, componente 3, investimento 2.1 (“Attrattività dei Borghi”).

Il Progetto prevede investimenti per iniziative nel settore turistico rivolte alla comunità di italiani, italo-discendenti e oriundi italiani nel mondo (stimati in circa 80 milioni). Recependo le linee guida dell’Unione Europea, le iniziative che il Maeci intende promuovere con il Progetto sul Turismo delle radici sono ispirate all’ecosostenibilità, alla digitalizzazione e al sostegno dell’occupazione giovanile. Il Progetto mira alla promozione di un turismo ecosostenibile che valorizza i piccoli borghi e le zone rurali d’Italia, attraverso il recupero di abitazioni storiche e infrastrutture in disuso e favorendo i fornitori di servizi e prodotti locali.

Si intende inoltre stimolare l’occupazione giovanile, sostenendo la formazione di nuove figure professionali specializzate e sviluppando forme di aggregazione tra nuovi occupati e persone con esperienza nel settore del turismo. Per assicurare l’operatività del progetto su tutto il territorio nazionale si è costituita una rete territoriale del Progetto. Essa comprende una coordinatrice nazionale, 16 coordinatori regionali e 20 gruppi regionali, costituiti in Enti del Terzo Settore, che si occupano della costruzione dell’offerta turistica dedicata ai viaggiatori delle radici. Il 2024 è l’Anno delle radici italiane nel mondo. Per tale occasione sono previsti eventi di sensibilizzazione e di promozione del Turismo delle radici sia in Italia che all’estero. Le iniziative sono raccolte all’interno di una piattaforma digitale, Italea.com, presentata dall’On. Ministro il 1 marzo 2024. La piattaforma è collegata al sito Italia.it e contiene informazioni per consentire ai viaggiatori delle radici di organizzare il loro viaggio e ritracciare le proprie origini, mettendosi in contatto con i gruppi regionali del progetto.

In pratica ci sono tre fasi progettuali: la prima ha riguardato l’accoglienza degli italiani all’estero e italo discendenti, la seconda ha visto coinvolti gli Enti territoriali italiani, la terza riguarda le radici italiane nel mondo, corretto?

Corretto, il Progetto si è sviluppato in tre fasi.

La prima fase consistite nella predisposizione della struttura organizzativa, che è composta, oltre agli uffici amministrativi del Maeci della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (Dgit) – Sezione Turismo delle Radici, da una coordinatrice nazionale e una responsabile per la comunicazione. Inoltre, con una procedura a evidenza pubblica, il Bando delle idee, abbiamo selezionato 20 gruppi, le “Italee regionali, uno per ogni Regione, costituitisi in Enti del Terzo Settore, cui è affidato lo sviluppo dei servizi di accoglienza per i viaggiatori delle radici. Sul territorio operano altresì sedici coordinatori e coordinatrici regionali, che hanno il ruolo di raccordare il lavoro dei gruppi Italea, il loro rapporto con gli enti locali e di gestire le relazioni tra questi e il Maeci.

La seconda fase è consistita nel coinvolgimento dei comuni. Ciò sia per valorizzare la varietà e le specificità del patrimonio culturale e tradizionale italiano che per il fatto che essi rappresentano gli Enti più vicini al cittadino non solo in Italia, ma anche all’estero. Infatti molti connazionali nel mondo mantengono un rapporto diretto e speciale con la propria città di origine. Per questo motivo con un Avviso pubblico, abbiamo selezionato oltre 800 Comuni, con popolazione inferiore a 6.000 abitanti, che beneficeranno di un contributo per la realizzazione di attività culturali in favore degli italodiscendenti.

La terza fase è rappresentata dalla promozione e dalla comunicazione esterna del progetto. Ciò avviene sia attraverso la già citata piattaforma Italea centrale (che ha registrato già circa 40.000 visitatori) e le piattaforme Italea regionali, finalizzate anche a facilitare l’organizzazione dei viaggi delle radici, che attraverso i social media (il canale IG, in poco più di due mesi, ha registrato circa 4.000 follower e più di 90.000 visualizzazioni dei suoi contenuti). Inoltre, sta contribuendo alla promozione e la diffusione del progetto, la partecipazione ad importanti eventi delle collettività italiane all’estero quali il Taste of Little Italy di Toronto e la Festa di San Vito di San Paolo e, nel prossimo futuro, al Buenos Aires Celebra (27-30 settembre), al Melbourne Italian Festa (5-6 ottobre) e alle celebrazioni del Columbus Day di New York (10-14 ottobre). In occasione del tour mondiale della nave scuola Amerigo Vespucci, il Turismo delle Radici è stato presente a Buenos Aires, a Val Paraiso, a Lima e a Los Angeles. Inoltre, sono stati organizzati eventi propri a Santiago, Santo Domingo, Bogotá e Chicago.

L’iniziativa è interamente gestita da Maeci?

Il Maeci è l’Amministrazione attuatrice del Progetto, con la partnership dell’Enit e delle Regioni, che ha preso il via con un Tavolo tecnico sul turismo delle radici”, istituito nel 2018 dalla Dgit, in collaborazione con Enit e le Associazioni Raiz Italiana e Asmef. Il tavolo tecnico, al quale inizialmente hanno preso parte 44 soggetti tra istituzioni, centri accademici e operatori del settore, conta ad oggi più di 350 partecipanti. Provengono proprio dal tavolo tecnico alcune delle figure specializzate che abbiamo impiegato nella gestione del progetto Italea, per cui il Maeci ha avviato e sviluppato una modalità innovative. Infatti, nella sua attività di supervisione, organizzazione e direzione, ha coordinato le attività non solo delle figure facenti parte della struttura organizzativa del Progetto ma anche di tutti i soggetti potenzialmente interessati, quali ad esempio Comuni, Regioni e associazioni e operatori di categoria. Tale fruttuosa collaborazione ha consentito di attuare e organizzare un’attenta azione di sensibilizzazione delle comunità locali su cosa siano le comunità all’estero e quale sia il loro potenziale per il rilancio delle aree rurali, da cui proviene storicamente il 95% dell’emigrazione italiana. Ma ha anche sostenuto l’organizzazione eventi all’estero che hanno avuto, nonostante l’eterogeneità dei soggetti coinvolti, maggiore visibilità e di riscuotere un forte apprezzamento. Nell’ambito del tavolo tecnico, il Maeci ha finanziato: la pubblicazione della collana Guida delle Radici italiane, del Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia (con l’Università della Calabria) e del volume “Scoprirsi italiani-I viaggi delle radici in Italia  ” (con l’associazione AsSud). La collaborazione con Enit ha contribuito ad ampliare la visibilità del Progetto all’estero e la collaborazione con le Regioni ha portato concreti investimenti nel turismo e, attraverso le consulte regionali, ha consentito di poter valorizzare il rapporto con le collettività italiane all’estero.

Perchè il “nome d’arte” Italea?

Il nome richiama la pratica della talea, con cui si consente ad una pianta di propagarsi, ed è quindi un’allegoria dello sviluppo delle comunità italiane nel mondo, ognuna diversa a seconda del ramo (ovvero del Paese) in cui è cresciuta, ma tutte attaccate al tronco dell’italianità, che affonda le sue radici nelle nostre tradizioni, cultura, lingua e storia.

Il nostro governo è molto impegnato nelle iniziative di promozione dell’Italia e dell’italianità. Il progetto “Turismo delle Radici” è voluto dal ministro Tajani?

I circa 80 milioni di italodiscendenti nel mondo rappresentano indubbiamente un patrimonio unico ed importante. Inoltre, grande attenzione è prestata nel sostenere le nostre collettività all’estero e nel far conoscere nel mondo le eccellenze italiane, ad esempio nel settore del design, in quello dell’industria manifatturiera e tecnologica, oltreché del turismo e dell’enogastronomia. Tra gli obiettivi vi è quello  di rinnovare e rafforzare la relazione con l’italianità nel mondo, attraverso una maggiore conoscenza delle nuove collettività all’estero e mostrando a queste ciò che il Paese può offrire, anche come porta di accesso al mercato europeo e alle opportunità di usufruire dei contributi Ue.

Il Vice presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, fin dal suo insediamento, ha mostrato grande interesse ed attenzione verso il progetto. In un evento di presentazione del febbraio 2023, ha illustrato il progetto Turismo delle Radici, invitando anche il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Una serie di incontri sono poi stati finalizzati alla sensibilizzazione dei Comuni italiani sulle opportunità offerte dal turismo delle radici.

Il ministro Tajani si è molto speso per sensibilizzare sull’importanza del turismo delle radici per la valorizzazione dei territori, soprattutto quelli non coinvolti dai maggiori flussi turistici che attraversano il Paese. Inoltre, il Ministro Tajani ha fortemente sostenuto il bando dei Comuni illustrato sopra e, non ha mancato di valorizzare il progetto Italea nel quadro dei numerosi incontri che avuti nel corso del suo mandato con le comunità italiane all’estero.

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