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“Gli ultimi 100 anni di relazioni tra Türkiye e Italia”, evento dedicato alle relazioni storiche, culturali, economiche e artistiche che legano i due paesi. L’evento ha avuto luogo  a Villa Borghese presso il Museo Pietro Canonica nel più ampio contesto del centenario della fondazione della Repubblica di Türkiye, e in particolare nell’ambito del ciclo di incontri promosso dall’Ufficio Turismo e informazione dell’Ambasciata di Türkiye che il Centro Ricerche Ataturk ha dedicato alla ricerca delle tracce lasciate da Mustafa Kemal Atatürk nei suoi soggiorni europei. Ad aprire i lavori l’ambasciatore di Türkiye in Italia, Ömer Gücük, che ha dichiarato:

“La prima sede estera di rappresentanza della Repubblica di Turkiye fu proprio a Roma nel 1861, e i rapporti culturali ed economici che hanno legato per secoli i due paesi sono stati da allora sempre vivaci.

L’attività diplomatica risale addirittura al XIV sec. con i rapporti con Venezia e Genova. I legami tra Turkiye e Italia ci sono, sono forti e vengono da lontano, per questo sono così solidi”. L’incontro si è svolto in un luogo di grande valore simbolico: il museo Pietro Canonico. Nel cuore di Roma la struttura ospita, tra le altre, anche la copia della statua che lo scultore italiano realizzò in Piazza Taksim ad Istanbul in occasione della fondazione della Repubblica di Türkiye.

Lo ha sottolineato Carla Scicchitano, prima panelist e responsabile del Museo Pietro Canonica, che ha condiviso con il pubblico un ritratto scritto dallo scultore piemontese sulla personalità del fondatore della Repubblica di Türkiye, Atatürk. Successivamente è intervenuto Mevlüt Çelebi, professore dell’Università dell’Egeo, con il compito di tratteggiare le relazioni tra i due paesi nel XX secolo. Çelebi ha ricordato: “Nonostante i momenti di scontro – quale la Guerra di Tripoli del 1911 – gli Italiani sono sempre stati percepiti dalla Turkiye come un popolo amico. Soprattutto per via dell’umanità dimostrata durante l’occupazione dei territori di Türkiye durante la guerra”. Non solo, secondo Çelebi “Gli Italiani ebbero un ruolo fondamentale anche nella vittoria dei repubblicani di Atatürk durante la guerra di indipendenza, perché permisero il traffico attraverso i porti controllati dal nostro Paese delle armi e delle munizioni dedicate all’esercito. Sono due paesi che hanno sempre superato facilmente i problemi di carattere politico ed economico” hasottolineato Çelebi, citando anche casi di crisi, quali l’instabilità provocata nell’area mediterranea tra il 1970 e il 1980 dal terrorismo armeno, che colpì duramente alcuni funzionari turchi in Italia. Turkiye e Italia hanno fatto della stabilità dell’area mediterranea il loro scopo. “Uno scopo inizialmente non condiviso da entrambi” ha ricordato Fabio Grassi dell’Università Sapienza di Roma, intervenendo come terzo e ultimo speaker. Focus i rapporti tra i due paesi tra il 1945 e il 1949. “I rapporti diplomatici tra Roma e Ankara furono ristabiliti dopo la guerra, quando l’Italia doveva ricostruire e la Turkiye affrontare la minaccia sovietica, con il progetto di un Patto Mediterraneo”. Progetto in seguito sfumato con l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico. L’adesione italiana si mostrerà utile anche alla Türkiye, perché, come ha ricordato Grassi, “furono proprio le pressioni esercitate dall’Italia a favorire l’ingresso di Ankara nella NATO nel 1952”.

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