Lo studio è stato presentato nel corso della quarta edizione di “Your Next Milano”. Il rapporto è promosso, ogni anno, nell’ottica di avviare un confronto sulla città e sulle sue performance a livello internazionale.
I risultati delineano l’immagine di una città che, pur consolidando alcuni suoi asset distintivi, vive una fase di transizione e incertezza: dopo aver reagito meglio di altre aree a uno degli eventi globali più destabilizzanti di questo secolo – la pandemia – Milano presenta infatti trend positivi ma anche debolezze. L’obiettivo è, quindi, capire su quali livelli e ritmi si sono assestate la città e le altre metropoli in questa nuova fase.
“Milano dimostra ancora una volta la sua forza in termini di performance economica: il PIL della città segna un +8,7% rispetto al pre-Covid, il miglior risultato tra i centri urbani presi a riferimento da ‘Your Next Milano’, e il tasso di disoccupazione scende al 4,7% (dal 5,4% di un anno prima) – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda – Ma la città vive una fase storica di ‘chiaro-scuri’. Penso alla questione dell’attrattività dei talenti, tema su cui la ricerca evidenzia delle criticità. Perdere i talenti significa rinunciare a un potenziale di opportunità, di capacità, di contributi che singoli individui potrebbero dare alla nostra società ed economia, il cui spreco – oggi più che mai – non possiamo più tollerare. Milano, quindi, ha la responsabilità di invertire questa tendenza: dobbiamo tutti contribuire a rendere la città capitale economica del Paese e snodo strategico europeo più attrattiva verso i giovani, mettendoli nelle condizioni migliori per scegliere Milano come meta di studio e di lavoro. In questa direzione, siamo consapevoli che il tema del costo della vita incide sulla scelta. Casa e stipendi sono le priorità su cui lavorare. Se sul tema della casa è fondamentale ragionare in ottica metropolitana, e quindi di territorio allargato, sul fronte stipendi, invece, è necessario rendere strutturale, innanzitutto, il taglio del cuneo fiscale e, insieme, introdurre una flat tax del 5% sulle retribuzioni dei giovani under 35 per i primi 5 anni di lavoro e poi del 15% per i successivi 5 anni. Inoltre, occorre incoraggiare misure di welfare che possano favorire l’equilibrio vita-lavoro. Sono diverse le sfide che abbiamo davanti ma Milano saprà certamente trovare le giuste risposte: ha tutte le carte in regola per confermarsi non solo come motore dell’economia ma anche come interprete di buone pratiche capaci di far fronte alle sfide sociali di questo tempo”.
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